giovedì 18 novembre 2010

Il tempo che mi resta

La gestione del tempo è una delle abilità più utili in una libera professione come quella del consulente immobiliare.
Si tengono anche dei corsi, sulla gestione del tempo, perché se è vero che parrebbe facile organizzarsi una giornata tipo, è anche vero che, al crescere del proprio volume di affari, le cose da svolgere nell'arco di una settimana rischiano di paralizzarti l'attività, con grave danno per il tuo fegato.
Gli esperti di gestione del tempo spesso utilizzano una metafora interessante, quella del vaso di vetro. Per chi non la conoscesse, eccola riassunta.
Prendi un vaso di vetro, ti dicono, quello è il tempo fisico che ti è dato di vivere in stato di veglia.
Ora riempilo con sassi, grandi e piccini. Prima con le cose più importanti, i sassi più grandi, quali che siano per te.
Solitamente io lo riempio con gli impegni familiari, i cosiddetti paletti fissi.
Ora, tra un sassone e l'altro avanza dello spazio. Riempilo con gli impegni un po' meno importanti, i sassi un po' più piccoli. E così via, procedi a riempire lo spazio libero con sassi e granelli di sabbia sempre più piccoli.
L'analogia è curiosa, quasi adeguata. E funziona anche. Io però mi fermo un passetto, appena prima di riempire tutto lo spazio. Perché mai non lasciare dello spazio vuoto da riempire con qualche cosa del tutto improvvisato? Camminare a piedi nudi nel parco, sdraiarsi su una panchina a russare rumorosamente, semplicemente fare niente, così, guardando fuori da una finestra il serpentone di macchine lucide di pioggia...

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