martedì 28 settembre 2010

Avevamo lasciato i sig.ri Bianchi nel dubbio di avere stipulato una proposta d’acquisto non voluta.

Ma la proposta d’acquisto, come tutti i contratti, prevede alcuni elementi essenziali per essere valida.

Nel caso dei sig.ri Bianchi, a una più attenta lettura:
- i dati del venditore (il proprietario della casa) erano incompleti, c’era solo un cognome;
- i dati catastali dell’immobile non erano specificati;
- la data era sbagliata (recava l’anno 2009 invece che 2010);
- la stessa proposta non era accompagnata da un assegno di caparra;
- era stata stipulata omettendo ai sig.ri Bianchi che quella era, per l’appunto, una vera e propria proposta d’acquisto.

In pratica, si trattava di un contratto che si dice nullo, come non fosse mai stipulato.
Non capita, o non dovrebbe capitare, spesso questo genere di cose.
L’agente immobiliare dei sig.ri Bianchi ha combinato un gran pasticcio e non ha proceduto secondo etica. Probabilmente aveva iniziato a compilare frettolosamente una proposta sotto i loro occhi e quando ha capito che non c’era reale intenzione, ha lasciato in sospeso alcuni elementi, ben sapendo che si trattava di un nulla di fatto. Solo che lo sapeva lui e non il cliente.
Il fatto di fare firmare i Bianchi e lasciargliene una copia ha messo ansia il cliente il quale non serberà un grande ricordo della cosa.

Di buono c’è che da ieri ho un mandato di ricerca da parte dei sig.ri Bianchi per una casa in zona San Gottardo, a Milano.

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